Paesi della Val Lemme

Paesi della Val Lemme

L’alta Val Lemme si estende per circa venti chilometri partendo dalle fonti del torrente ubicate presso il Passo della Bocchetta e seguendo il corso del torrente fino a raggiungere l’abitato di Gavi.

La Val Lemme gode di un clima molto variabile. La parte più a monte, grazie alla presenza di foreste di castagno e sempreverdi, è più umida e ventilata, mentre la parte più a valle è la rappresentazione perfetta del clima necessario per il mantenimento della coltura della vite, quindi più secco e caldo in estate.

Il passo della Bocchetta ha inizio a partire dal 148 a. C. quando per ragioni commerciali e militari il console Aulo Postumio decise di aprire quella che nel corso dei secoli è stata la via Postumia. Il percorso dell’antica via partendo da Pontedecimo raggiungeva il passo della bocchetta, da qui proseguiva lungo il crinale della montagna fino a Fiaccone (l’attuale Fraconalto), seguiva le montagne salendo sul monte Porale e poi scendendo fino a raggiungere la pianura nei pressi della fiorente città di Libarna.Partendo dalla sua fonte, presso il Passo della Bocchetta, è possibile effettuare delle piacevoli passeggiate e raggiungere a piedi, in poche centinaia di metri, le sorgenti del torrente.

Scendendo lungo la vale il primo paese che si Incontra è Molini. Il centro storico del paese è formato da un piccolo gruppetto di case che segue il corso della provinciale mentre nelle vie che vi si diramano arrampicandosi sui pendii ai due lati del torrente sono cosparse case di villeggiatura e antiche cascine. Nel corso dei secoli il paese, come il vicino borgo di Voltaggio, ha avuto la funzione di punto di sosta per le carovane di mercanti e viandanti che si dirigevano sulla via che porta da Genova alla Pianura Padana. Alcune tracce di questa attività sono ancora visibili sui muri delle vecchie osterie (ora ristrutturate e convertite in case) nelle quali sono ancora presenti i ganci in ferro che venivano utilizzati per legare le briglie dei cavalli mentre si sostava.

La vocazione turistica del paese ha avuto il suo periodo di massimo splendore nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. L’edificio ancora conosciuto come “l’albergo” ospitava infatti un famoso ristorante e alcune camere nelle quali gli ospiti potevano fermarsi per usufruire di un clima mite e un aria fresca anche nel corso dei periodi estivi altrove molto caldi e umidi.

Ancora oggi, a distanza di molti anni dalla chiusura del ristorante, capita di incontrare persone che si fermano e chiedono informazioni per sapere se sia ancora aperto. Nel frattempo, è stata aperta una nuova attività di ristorazione e speriamo che riesca presto a riportare questo piccolo borgo sulle pagine delle migliori guide culinarie.

Scendendo da Molini, seguendo il corso del torrente Lemme, si raggiunge l’abitato di Voltaggio. Rappresenta il punto centrale dell’alta Val Lemme, si colloca infatti a metà strada tra Gavi e la cima del passo della Bocchetta, nel punto in cui la strada verso la Liguria si divide consentendo il transito anche attraverso il passo della Castagnola. Si tratta di una terra di confine dalla quale è possibile comprendere quanto la cultura genovese sia ancora radicata in questo angolo di Piemonte. Giungendo da Sud il paese di Voltaggio è il primo grande centro abitato che si trova lungo il percorso del torrente Lemme, e in passato questa posizione strategica nel controllo della valle. Voltaggio colpisce i visitatori per l’architettura formata da vie strette e palazzi alti e imponenti, in pieno stile genovese, e per la ricchezza di patrimonio storico concentrata in uno spazio incredibilmente ridotto.

Seguendo il corso del torrente Lemme e lasciandosi alle spalle i paesi di Molini e Voltaggio, con il loro bagaglio di storia e patrimonio naturalistico, si raggiunge l’abitato di Carrosio. A metà strada tra Carrosio e Voltaggio si intuisce il cambio paesaggio, ma è dall’abitato di Carrosio che vallate strette e i boschi scuri si aprono lasciando spazio a distese di campi coltivati e dolci pendii coperti da vigne. Questo cambio così repentino non è unicamente frutto delle scelte dell’uomo in tema di agricoltura e gestione del territorio, è frutto di una serie di fattori geologici che rendono questo piccolo comune incredibilmente importante dal punto di vista della ricerca in ambito geologico. Alcuni milioni di anni orsono la pianura padana era una grande distesa d’acqua all’interno della quale le creature marine più disparate occupavano lo spazio tra le Alpi e gli Appennini. Quando le acque hanno cominciato a ritirarsi vi è stata una copertura pressoché totale di quello che era il fondale marino, ma vi sono punti in cui il passaggio da un era geologica all’altra è ancora ben visibile nelle rocce affioranti. Nel comune di Carrosio, oltre alla presenza di alcuni punti nei quali è possibile assistere alla presenza di fossili di piccole creature marine, è possibile visitare uno dei geositi di maggiore importanza a livello nazionale e comunitario. Nel caso in cui decideste di proseguire seguendo la strada che vi conduce a Gavi, vi invitiamo a fare un’ultima breve sosta per ammirare le antiche ville che costeggiano la strada. In particolare la tenuta della Centuriona situata, appena fuori da Carrosio sulla sinistra, rappresenta un ottimo esempio di villa fortificata.

Per chi ha cominciato il viaggio in alta Val Lemme seguendo il torrente dalla sua fonte, Gavi rappresenta l’ultima tappa del percorso mentre per chi arriva dalla pianura padana rappresenta la prima. Indipendentemente dal punto di vista da cui si arriva Gavi, per la ricchezza storico-artistica e enogastronomica, merita sicuramente una visita approfondita. Arrivando dall’alta Val Lemme, o dai tanti punti panoramici dislocati sui monti della valle, si nota subito il monumento di maggiore importanza di Gavi, il Forte. Colpisce immediatamente per la sua imponenza e per la posizione incastonata sulla cima della montagna che sovrasta l’abitato di Gavi. Le origini del Forte di Gavi, benché avvolte nella leggenda, sono senza alcun dubbio molto antiche: lo dimostra il fatto che il primo documento ufficiale in cui viene citato sia un atto di vendita risalente al 973 d.C. Nel corso dei secoli ha subito molti passaggi di proprietà e moltissime modifiche architettoniche, rese necessarie per seguire il cambiamento che si ha avuto nello sviluppo delle armi e dei metodi di assedio. Dalla terrazza panoramica del Forte di Gavi si aprono gli spazzi sulla valle, si scorgono in lontananza il Monte Leco e Il Monte Tobbio, e avvicinandosi si nota immediatamente il cambio di vegetazione che porta a circondare il borgo di Gavi dalle vigne dal quale si ottiene in prezioso vino Cortese di Gavi DOCG.

Avvicinando ancora lo sguardo e sporgendosi dalla terrazza è possibile avere un idea ben precisa di come l’abitato sottostante si sia evoluto nel corso del tempo, guardando il centro dall’alto si nota infatti un profondo cambio nell’altezza, nei materiali e nello stile con cui sono composti gli edifici. Sul lato sinistro del centro abitato si assiste invece all’allargarsi della viabilità per fare posto al passaggio di auto e un fiorire disordinato di palazzi di nuova costruzione che restituiscono in modo equivocabile la totale mancanza di una pianificazione urbanistica attenta alle esigenze di conservazione del paesaggio che si è avuta a partire dal secondo dopoguerra. Sul lato destro, in un mescolarsi di piccole vie e vicoli si assiste ad un alternanza di case basse, con pietre a vista, piccole scalette di pietra coperte di fiori e palazzi nobiliari costruiti nel più classico stile genovese.