Vetreria Medievale del Monte Leco

Vetreria Medievale del Monte Leco

In epoca Medievale tra il XIII e XVII secolo, si è assistito alla nascita e al fiorire di attività di produzione vetraria in Alta Val Lemme, quasi tutte nella zona prossima al passo della Bocchetta. Una serie di campagne i scavi e studi condotti tra gli anni 70 e il 2000 ha fatto emergere la localizzazione di quattro siti, i primi due sul lato destro del torrente lemme e i secondi due sul lato sinistro. Nel comune di Fraconalto sono individuabili i siti della località san Gregorio e quello di Cian di Reste. Di questi due siti non è possibile trovare tracce ben visibili e resti di lavorazioni di vetri e ceramiche in grandi quantità. Stesso discorso per il sito individuato in località Sette Fontane. Attualmente, l’area è coperta da un bosco misto di castagni, e circondata da sorgenti e piccoli ruscelli. E’ possibile notare a bordo della strada alcuni frammenti vitrei di vario spessore e colore all’interno di una terra di colore rossiccio.

Risulta molto più ben visibile il sito di Cian da Veeja (Piano della Vetreria). Localizzato sulla strada che porta a Sette Fontane sulle pendici del Monte Leco, nel territorio del comune di Voltaggio a circa 850 metri s.l.m. Il sito è attraversato dalla pista forestale che porta alla strada del Monte Leco. Procedendo lungo la pista forestale è possibile notare immediatamente la presenza di frammenti di vetro in superficie e ai bordi del tracciato.

L’abbondanza di frammenti di vetro in superficie ha attirato l’attenzione e ha fatto si che nel corso degli anni settanta si procedesse ad un estesa campagna di scavi. Sono emersi i resti di edifici e fornaci, oltre che ad una grande quantità di frammenti di vetro, ceramica ed alcune monete risalenti al XIV-XV secolo. I reperti raccolti hanno consentito di poter constatare che nel sito produttivo venivano realizzati bicchieri, bottiglie e fiale. Anche in questo caso, il quarzo necessario alla produzione venne estratto in loco.

Visitare questo sito archeologico a cielo aperto è una esperienza estremamente suggestiva ma che va condotta nel massimo rispetto dei resti visibili. Sono ben visibili frammenti di oggetti in vetro e in ceramica, ma non bisogna assolutamente portarli via. Per noi possono rappresentare un ricordo ma per un archeologo che si appresti in futuro a condurre ulteriori studi potrebbero essere delle prove importantissime per ricostruire la storia del luogo.

Oltre al rispetto per i resti presenti bisogna anche prestare attenzione nel momento in cui ci si appresta a visitare i resti delle pareti e delle fornaci ancora ben visibili. le fornaci sono dei fori di un metro e mezzo di diametro e più di un metro di profondità che appaiono improvvisamente in mezzo alla vegetazione. Se non si guarda dove si mettono i piedi potrebbe capitare di caderci dentro e ferirsi. La pista forestale che porta a questa località è chiusa al traffico veicolare, si può raggiungere solo a piedi. Consigliamo di munirsi di scarpe comode e proseguire la passeggiata arrivando almeno a godersi le viste che offre il Monte Leco e il passo della Bocchetta.